Laura, sei un’operatrice del progetto Augeo, come funziona il tuo lavoro?
Una madre con almeno un figlio minore viene accompagnata in casa famiglia, in un momento di difficoltà tra le più disparate, dal tribunale o dai servizi sociali. Elaborano per lei un progetto, cercando di valorizzare i suoi punti di forza e le sue possibilità di riscattarsi e tornare ad una vita autonoma. Io devo mettere in atto questo progetto e accompagnarla per tutta la durata del percorso. La aiuto a incanalare tutte le energie, riattivare le reti sociali ed indirizzarla verso opportunità lavorative. La vita di una donna sola con un minore a carico, è molto difficile normalmente. Se poi ci aggiungi situazioni difficili, problemi economici, violenze, malattie dei figli… da sola non potrebbe farcela.
Con noi si prende un tempo per essere accolta, per capire quali sono i punti di forza e nel 90% dei casi ce la fa.
Che significa “farcela?”
Significa farsi una propria vita, con alti e bassi. Il diritto alla normalità. Vedo che intessono amicizie con coetanee, con mamme di altri bambini, con volontari, tutto questo conta tantissimo! È determinante anche per il lavoro. Avere coscienza di sé, sapere di non essere spazzatura, di avere diritti è fondamentale per tutti noi, ma per le persone che arrivano qui ferite significa capire che se ti riscatti, ce la puoi fare
Come riuscite nel quotidiano?
Siamo 4 professioniste che ci mettono il mestiere, ma c’è una spina dorsale di volontari storici (in grado di prendersi cure delle esigenze anche da soli) e giovani. Li selezioniamo in entrata, anche perchè hanno a che fare con i minori e c’è poi una formazione costante.
Per quanto riguarda i servizi di casa, questi sono svolti dalle mamme, che assistono anche in cucina.
In che modo Augeo contribuisce a tutto ciò?
Solo in questo periodo ci sono due mamme che seguo io e che hanno partecipato al progetto; una sta finendo un secondo corso di formazione professionale, l’altra è stata già presa per un tirocinio. Hanno trovato già un primo step di autostima per il solo fatto di essere state ammesse ad Augeo. I risultati sono entusiasmanti fin dall’inizio: sono più consapevoli, hanno una mappa per orientarsi in un mondo del lavoro che altrimenti non conoscerebbero. Vedi che mostrano maggiore coscienza e che scelgono un lavoro in base alle proprie capacità. Questo vuol dire una persona più convinta del lavoro cui si applica e che gli piace di più. La differenza sorprendente è tra il prima e il dopo: sono rifiorite. Sono più attive, più convinte. Vanno agli appuntamenti pensando che potrebbero farcela; una volta neanche si presentavano ai colloqui, “tanto a una come me, non la prende nessuno”.
La differenza vera è che c’è un coordinamento tra i formatori di Augeo, i datori di lavoro e i lavoratori.
Si cerca di trovare un lavoro adatto alla donna, si cerca di aiutare l’imprenditore a scoprire i punti di forza per cui questa donna può essergli utile e si fa l’assistenza anche dopo: si segue il tirocinio, ci si domanda se la madre sta andando bene; lo si chiede all’imprenditore, lo si chiede alla donna e si lavora costantemente per far funzionare tutto al meglio.