Madri sole con figli minori: l’Istat fa il punto della situazione

Se il divario occupazionale tra madri e padri comincia timidamente a diminuire, quella delle madri sole resta ancora una situazione di grave crisi, come si evince anche dal focus dell’Istat: “Madri sole con figli minori”.
Si stima che, nel 2015-2016, il 15% dei nuclei familiari sia monogenitoriale, che siano quasi 900mila le madri sole e 1 milione e 215 mila i bambini che vivono solo con la madre, pari al 12,1% dei minori.

È importante tenere a mente, nel quadro dei mutamenti demografici in cui siamo immersi, che se da una parte un terzo della madri sole ha un figlio di età inferiore ai 5 anni (per il 42,7% da 6 a 13 anni), dall’altra si assiste ad un progressiva crescita dell’età di parto, con un forte calo della quota di madri con meno di 35 anni (20,3%) e un incremento della fascia tra 45 e i 54 anni (31,8%), resta preponderante la fascia di madri di 35-44 anni (45,3%).

Le madri sole sono un target fondamentale per le politiche, perché i livelli di povertà assoluta ed esclusione sociale sono particolarmente elevati. Il 24,4% delle madri sole è inattivo e l’11,8% disoccupato. Tale condizione non è collegata al livello culturale, basti pensare che il 63,3% delle madri sole possiede la laurea o il diploma. Le madri sole hanno risentito maggiormente della crisi rispetto alle madri in coppia. Va anche aggiunto che la quota di madri sole costrette a fare part-time involontario è 62,6% e che le condizioni economiche sono in costante peggioramento dal 2006, tanto che quelle in situazione di povertà assoluta sono l’11,8% del totale, mentre a rischio di povertà o esclusione sociale sono il 42,1% (al Sud arrivano al 58%).

Il 12% delle madri sole dichiara che le condizioni economiche della famiglia sono assolutamente insufficienti e il 45,3% che sono scarse.
Più della metà delle madri sole non può sostenere una spesa imprevista di 800 euro né una settimana di vacanza. Quasi un quinto è in ritardo nel pagamento delle bollette, affitto e mutuo o non è in grado di riscaldare adeguatamente la propria casa.

Di rilievo sono anche le differenze territoriali: nel meridione sono il 66,7% le madri sole che dichiarano risorse economiche scarse o insufficienti contro il 52% delle madri residenti nel Centro-Nord.

Più ore da dedicare al lavoro, ai figli e meno al lavoro domestico: le madri in coppia hanno in media oltre un’ora di lavoro domestico in più rispetto ai padri; per le madri sole si aggiungono ulteriori 47 minuti in più al lavoro extra-domestico al giorno che viene normalmente scalato dal lavoro familiare. La differenza con le madri in coppia non riguarda il tempo dedicato alla cura dei figli ma quello dedicato al lavoro domestico, la mancanza del marito frutta quasi 30 minuti in meno al giorno di lavoro domestico.

Il quadro proposto dall’Istat conferma l’immagine di un’Italia più vecchia, che fatica a riprendersi dalla crisi e dove le classi sociali più fragili, come le madri sole (e di consequenza anche i bambini) hanno a disposizione scarsissime opportunità di migliorare la propria condizione economica e sociale.

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