Le dinamiche del gruppo: la psicologa Valentina Cesarano

Qual è il suo ruolo in Augeo?

Divenuta psicologa, ho continuato la mia formazione presso ITER – Istituto Terapeutico Romano, dove mi sono specializzata in “gruppoanalisi”. Lavoro da anni con i gruppi, compresi quelli comprendenti più etnie, nel campo dello sviluppo e orientamento. Questi due aspetti possono essere legati al riprogettare la propria vita come la propria carriera e nel percorso in Augeo la differenza è sfumata.

Cosa succede di diverso nei gruppi?

Prima di inserirle, Alessandra Tosi, la terapeuta del lavoro seleziona le mamme e io le incontro individualmente, una per una, preparandole a ciò che faranno nel gruppo.
Con loro mi servo molto di alcuni strumenti e schede di valutazione, alcune elaborate direttamente da me, come “L’Albero delle capacità”, che in genere variano fortemente tra un gruppo e l’altro. Molto rapidamente, riescono a parlare delle loro difficoltà ma anche a cambiare prospettiva: non si tratta tanto di recuperare un’autostima ma di capire che anche loro hanno capacità e virtù spendibili. Mi sono sentita dire “credevo di essere sola, ora so che ci sono altre come me”: il gruppo da l’opportunità di trovare persone con cui condividono difficoltà simili e verso le quali hanno anche delle responsabilità, come il rispetto per gli orari e la voglia di migliorare; in quest’ottica, le mette davanti ad uno specchio molto chiaro di quelli che sono i propri limiti.

Quali sono gli ostacoli all’ingresso del mondo del lavoro di cui queste madri sole prendono consapevolezza?

Direi fondamentalmente tre: una seria consapevolezza della realtà del lavoro, le difficoltà intrinseche legate alle loro condizioni di madri sole in situazioni di forte disagio e infine, una volta giunte al colloquio, la capacità di sapersi presentare al meglio.

Può spiegare più nel dettaglio?

Capire cos’è il mondo del lavoro.
Molte hanno poche esperienze e tutte sono convinte di non avere nulla da offrire e dunque nessuna possibilità. Avendo un ruolo nel gruppo e confrontandosi con le altre, prima imparano ad ascoltare con pazienza e poi capiscono di poter (o poter di nuovo) concentrarsi seriamente e portare a termine dei compiti. In poche ci credevano. Puoi accorgerti di quando cominciano a prendere davvero sul serio il loro impegno, nel momento in cui smettono di vivere gli orari approssimativamente ma anzi arrivano addirittura in anticipo.
Il peso delle situazioni di partenza.
Una cosa che si nota è che il livello di competenze linguistiche delle madri italiane è simile quello di una straniera in Italia da tre mesi. Ovviamente non c’è il problema della traduzione, ma le capacità, soprattutto quelle di scrittura, sono limitate. Può sembrare paradossale, ma alcune delle madri straniere sono laureate in patria, mentre le partecipanti italiane, spesso, hanno solo la terza media e provengono da alcune delle più dure periferie di Roma e provincia, immerse in un profondo degrado culturale. Tutte queste madri sono legate da passati simili, fatto di violenze, figli non riconosciuti, padri delinquenti, famiglie d’origine che le abbandonano. Altro elemento comune sono le condizioni di povertà, a volte anche estrema, che rendono impossibile emergere da una quotidianità fatta di stenti, per riuscire ad investire sul futuro. È per questo che le realtà su cui poggia Augeo, come le casa d’accoglienza e le cooperative sociali, sono tanto fondamentali.
L’aspetto e il modo di porsi.
Nel giro di qualche tempo le vedi trasformarsi. Molte hanno ricominciato a truccarsi, curarsi i vestiti o i capelli. Certe, venendo da storie di violenza e profonda sofferenza, si abbandonavano: volevano sentirsi non belle, invisibili. Pian piano hanno ripreso confidenza con la loro parte femminile, col prendersi cura di sé in generale.

Cosa vorrebbe dire a chi scopre oggi la realtà di Augeo?

Credete nella possibilità di un cambiamento sociale.

È una sfida, una sfida enorme. Una scommessa imprenditoriale indirizzata ad impattare la realtà in cui, chi sta leggendo, vive. Un investimento sia nell’immediato che sul futuro, che cambia il modo in cui questi bambini cresceranno come future persone.

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